Oltre la cura: la Casa

Si è concluso da poco più di un mese il Meeting delle Professioni di Cura 2019, a Piacenza.

Nell’arco di soli due giorni, si sono incontrati centinaia di Professionisti – dai direttori di struttura agli operatori, dai relatori alle aziende partner – che hanno contribuito attivamente per rendere l’evento un momento di vera aggregazione fra le professioni, le idee, i punti di vista, i ruoli.

L’alto grado di partecipazione, le interazioni e i feedback ricevuti dall’organizzazione (Casa Editrice Dapero) dimostrano quanto coinvolgimento e interesse vivo abbia destato il tema della casa.
Casa è stato infatti l’elemento che ha unito manager, direttori, coordinatori, professionals e operativi in un discorso unico ma corale, fatto di molte voci ma retto da una sola intenzione: trasformare le strutture residenziali per anziani in ambienti di vita e non solo di cura, tali da non restituire più sensazioni di isolamento, sospetto o malessere, ma sempre più come luoghi inclusivi, non marginalizzanti.
Questo era l’obiettivo e di questo si è discusso all’interno dei vari momenti dell’evento: dalle plenarie – Una casa per me (I e II parte) – che hanno aperto i lavori attraverso contenuti “artistici” (letture interpretate, canzoni, video), ai convegni per il management – Dalla casa alla RSA e Per una RSA chiamata casa -, che fra interventi frontali e lavori di gruppo hanno trattato il tema dell’abitare in tutte le sue sfaccettature, fino a tutta la programmazione fatta di workshop, di momenti paralleli (presentazioni di libri, consulenze personalizzate).
Tutte le attività si sono dunque legate fra loro analizzando le componenti essenziali dell’abitare: relazioni, ambienti, risorse e tecnologia.

Aziende e professionisti hanno potuto esprimere la loro vision, il loro modo di intendere la casa, dando il proprio contributo ognuno attraverso la propria specialità. Il risultato di tutto? La consapevolezza di quanto, per parlare di trasformazione, sia necessaria un’interazione costante fra tutti gli attori coinvolti e di quanto non si possa fare davvero a meno gli uni degli altri.
Momenti come questi restituiscono la misura della responsabilità che abbiamo come singoli soggetti all’interno di un settore che è molto più ampio della nostra esperienza individuale, che ha un “tempo” e uno “spazio” che va oltre noi stessi ma che dipende dalle nostre azioni. Prendere coscienza della nostra responsabilità vuol dire abbandonare quel pensiero viziato che ci fa pensare “se dipende da tutti, allora nessuno è responsabile”, perché nel cambiamento siamo tutti coinvolti e tutti contiamo qualcosa.
Certo, il cammino per migliorare la vita agli anziani di oggi e del futuro è chiaramente lungo, ma fare il primo passo vuol dire già cominciare a cambiare.
Ecco perché noi da questa edizione abbiamo imparato molto e non abbiamo voluto lasciare cadere nessuno degli spunti che sono emersi.
Impegno, cuore e inventiva sono i modi che abbiamo per far sì che tutti i professionisti abbiano l’occasione di parlare, di incontrarsi, di confrontarsi e di costruire insieme.
Il Meeting 2019 ha gettato le basi per le edizioni a venire e questo solo grazie a voi.